Prima di parlare di domanda e offerta vediamo la definizione di mercato.
Il termine mercato si riferisce a un luogo fisico o virtuale in cui vengono scambiati liberamente beni e servizi, a fronte del pagamento di un prezzo. Il mercato è il luogo nel quale la domanda (creata da soggetti che cercano di acquistare un bene o un servizio) incontra l’offerta (creata da soggetti che cercano di vendere un bene o un servizio).
Come modello di mercato semplificato considereremo quello nel quale produttori e venditori coincidono e vige la concorrenza perfetta.
Non distinguendo tra venditori e produttori, supporremo quindi che le due figure coincidano, trascurando però la catena commerciale che unisce il produttore iniziale al venditore finale (ad esempio la figura del grossista, che si pone tra di loro. Il grossista acquista dal produttore e vende a sua volta al venditore finale, che può essere un negozio). In altre parole vengono esclusi gli scambi commerciali intermedi.
Il termine di concorrenza perfetta identifica un mercato con un elevato numero di compratori e venditori che offrono lo stesso prodotto. Di conseguenza il venditore non può fissare un prezzo superiore a quello della concorrenza, in quanto il compratore si rivolgerebbe per l’acquisto a un altro concorrente.
Il concetto di domanda e la “legge della domanda”
In economia, il termine “domanda” si riferisce alla quantità di beni o servizi che gli acquirenti sono disposti e in grado di acquistare a un determinato prezzo. La domanda rappresenta quindi il comportamento dei consumatori nel momento in cui decidono di acquistare un bene o un servizio.
All’interno del concetto di domanda, distinguiamo tra: domanda individuale e domanda aggregata.
Domanda individuale e curva di domanda individuale
La domanda individuale si riferisce alla quantità di un bene o servizio che un singolo acquirente è disposto ad acquistare a un determinato prezzo. Normalmente meno costa il bene o il servizio e più l’acquirente è propenso ad acquistarne in maggiore quantità. Se ad esempio il prezzo di un biglietto al cinema costasse 12 euro, molto probabilmente ci andrei solo una volta al mese. Se costasse 5 euro sarei invogliato ad andarci con una maggiore frequenza.
La curva di domanda è la rappresentazione grafica della scheda di domanda, una tabella che mostra la quantità di un bene o servizio che gli individui sono disposti ad acquistare a ogni dato livello di prezzo:
Osservando la tabella si vede che maggiore è il prezzo del bene, minore sarà la quantità acquistata.
Esiste quindi una precisa relazione tra il prezzo e la quantità domandata. Tale relazione è nota in economia come Legge di Domanda.
La “legge della domanda” è un concetto fondamentale in economia che descrive la relazione inversa tra il prezzo di un bene o servizio e la quantità di tale bene o servizio che gli acquirenti sono disposti ad acquistare: “AL CRESCERE DEL PREZZO DIMINUISCE LA QUANTITÀ DOMANDATA”
In generale, come si vede dal grafico sopra riportato, la legge della domanda afferma che “quando il prezzo di un bene diminuisce, la quantità domandata di quel bene aumenta, e viceversa, quando il prezzo aumenta, la quantità domandata diminuisce“.
Ciò significa che quando il prezzo scende, gli acquirenti tendono ad essere più disposti a comprare di più, mentre quando il prezzo sale, gli acquirenti sono generalmente inclini ad acquistare meno.
Per curva di domanda individuale intendiamo la domanda di un singolo individuo.
NB: per semplicità molto spesso la funzione di domanda (il grafico) viene rappresentata lineare, come se fosse una retta (comunque decrescente).
Altri fattori influenzano la domanda (reddito del consumatore, pubblicità,..), ma il prezzo rimane il fattore più importante.
Domanda aggregata e curva di domanda aggregata
La domanda aggregata è il risultato della somma delle domande individuali e rappresenta la quantità che tutti i consumatori, considerati nel loro insieme, sono disposti ad acquistare in corrispondenza dei diversi livelli del prezzo.
Anche la domanda aggregata obbedisce alla legge di domanda: la quantità complessiva domandata dai consumatori diminuisce al crescere del prezzo del bene.
Per ottenere la curva di domanda aggregata è sufficiente sommare, a parità di prezzo, le quantità di prodotto acquistate da ogni consumatore. Ad esempio, supponiamo che il prezzo del bene sia 10 euro. Il consumatore A ne acquista 5 e il consumatore B ne acquista 7. Costruendo la curva di domanda aggregata per il prezzo di 10 euro, la quantità da considerare nel grafico sarà (5+7) ovvero 12.
Dietro alla legge di domanda agiscono 2 fenomeni diversi: l’effetto intensivo e l’effetto estensivo. Supponiamo che si verifichi un calo del prezzo. Ci sarà un aumento della domanda aggregata dovuto a due gruppi di consumatori diversi:
- i consumatori che già acquistavano a prezzi più alti e che ora sono disposti ad acquistare maggiori quantità (effetto intensivo);
- i consumatori che non avevano mai acquistato questo prodotto, perché aveva un prezzo superiore alla loro disponibilità, ma che ora sono disposti ad acquistare (effetto estensivo).
Prezzo di riserva
Il concetto di prezzo di riserva è molto importante, in quanto rappresenta il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per acquistare una unità della merce oggetto di scambio. Ovvero il consumatore non è disposto a spendere di più del prezzo di riserva per acquistare un bene o servizio.
Offerta
Vediamo ora il mercato dal lato di chi produce, introducendo il concetto di offerta.
L’offerta individuale esprime la quantità di un bene o servizio che il singolo venditore è disposto a vendere a un determinato prezzo (A UN DATO PREZZO IL VENDITORE OFFRE UNA CERTA QUANTITÀ DI BENE).
Il venditore deve ovviamente “avere convenienza” a vendere un certo prodotto, tenendo conto di quelli che sono i costi di produzione. Maggiore è il prezzo di vendita e quindi il guadagno che otterrebbe con la vendita del bene o servizio, maggiore è la sua predisposizione ad aumentare la produzione. Viceversa se il prezzo di vendita è troppo basso, il venditore potrebbe ridurre la quantità prodotta.
Come abbiamo visto per la domanda, anche l’offerta può essere rappresentata attraverso una tabella (scheda di offerta) e la sua rappresentazione grafica (curva di offerta).
A differenza della curva di domanda, nella curva di offerta man mano che il prezzo aumenta, il singolo venditore è disposto a vendere una quantità maggiore di beni o servizi, mentre se il prezzo diminuisce la quantità di beni o servizi messa in vendita diminuisce (se il prezzo cresce la quantità offerta aumenta). Questa relazione è detta legge di offerta.
Anche per l’offerente si definisce un prezzo di riserva. Il prezzo di riserva è il prezzo minimo al quale il venditore è disposto a mettere in vendita una unità della merce oggetto di scambio.
Come per la domanda, si può definire una offerta aggregata. L’offerta aggregata è il risultato della somma delle offerte individuali dei singoli venditori e rappresenta le quantità che tutti i venditori produttori, considerati nel loro insieme, sono disposti a vendere in corrispondenza dei diversi prezzi.
Analogamente a quanto accade con la legge di domanda, anche la legge di offerta risente di un effetto intensivo e di un effetto estensivo. Supponiamo che aumenti il prezzo di vendita. L’offerta aggregata aumenterà e tale aumento si deve a due gruppi di produttori distinti:
- i produttori già presenti sul mercato saranno disposti a mettere in vendita una maggiore quantità di prodotto ad un prezzo più alto (effetto intensivo);
- i nuovi produttori, appena entrati nel mercato grazie ad un prezzo di vendita più alto del loro prezzo di riserva (effetto estensivo).
Incontro tra domanda e offerta, il prezzo di equilibrio
Le curve di domanda e offerta hanno andamenti opposti rispetto al prezzo. Per capire come il mercato si comporta nell’insieme, bisogna vedere come domanda ed offerta interagiscono. Mettiamo assieme in un unico grafico le due curve, considerando una rappresentazione lineare della curva di domanda ed offerta:
Come si vede dal grafico esiste un unico prezzo (Pe) al quale sia i venditori sia i compratori sono disposti a vendere e a comprare la stessa quantità del bene (Qe o Quantità di equilibrio). Questo prezzo è definito come prezzo di equilibrio (prezzo per il quale la quantità domandata eguaglia la quantità offerta).
L’esistenza di un prezzo di equilibrio è sempre raggiungibile? Esistono situazioni in cui le due curve non si incontrano, ovvero l’offerta non incontra la domanda. Nel grafico qui sotto si ha assenza di equilibrio tra domanda o offerta, ovvero il prezzo massimo che i consumatori sono disposti a pagare (PD) per quel bene è inferiore al prezzo minimo di vendita (Ps).
Gli spostamenti della curva di domanda
Le curve di domanda ed offerta cambiano a seconda della quantità domandata o offerta. Vi sono diversi fattori, oltre al prezzo, che fanno spostare le curve verso sinistra o verso destra.
Curva di domanda
Nel caso della curva di domanda questi fattori possono essere:
- cambiamenti dei prezzi dei beni o servizi correlati (quanto aumenta il prezzo di un bene la domanda diminuisce. Il consumatore, in questo caso, può sostituire questo bene con uno surrogato, ovvero beni che i consumatori considerano in grado di soddisfare lo stesso bisogno. In questo caso la domanda del bene surrogato aumenta. Nel caso invece di beni complementari, ovvero correlati all’acquisto di un altro bene – ad esempio auricolare per lo smartphone – il calo della domanda del bene primario porta ad un calo della domanda anche del bene complementare);
- le preferenze dei consumatori (i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori possono influenzare profondamente la loro domanda di beni e servizi. Si pensi ad esempio ad un cambiamento dei gusti di un consumatore nei confronti di un capo di abbigliamento);
- il reddito dei consumatori (una maggiore disponibilità economica a disposizione del consumatore fa spostare la curva verso destra, mentre un minore reddito fa spostare la curva verso sinistra);
- le aspettative dei consumatori (nel caso in cui i consumatori si aspettano che un certo bene diminuisca di prezzo, ad esempio nel periodo di saldi, saranno portati a non effettuare l’acquisto nei giorni che precedono la riduzione dei prezzi – calo della domanda – e a acquistarne una maggiore quantità durante i saldi);
- il numero dei consumatori (le variazioni nel numero dei consumatori incide sia positivamente che negativamente sulla domanda. Ad esempio nei luoghi di villeggiatura, in determinati periodi dell’anno, si ha un aumento dei consumatori che si traduce in un aumento della domanda).
Uno spostamento della curva verso destra sta ad indicare una aumento della domanda, ovvero a parità di prezzo i consumatori sono propensi ad acquistare una quantità maggiore (vedi curva qui sotto).
Uno spostamento della curva verso sinistra sta invece ad indicare una diminuzione della domanda, ovvero a parità di prezzo i consumatori sono propensi ad acquistare una quantità inferiore (vedi curva qui sotto).
Curva di offerta
Ragioniamo in modo analogo per la curva dell’offerta. Uno spostamento verso destra indica un aumento dell’offerta, mentre uno spostamento verso sinistra indica una riduzione dell’offerta.
Dalla figura si vede come, nel caso di aumento dell’offerta (spostamento della curva verso destra), a parità di quantità aggregata offerta, i venditori sono disposti ad accettare un prezzo più basso. Viceversa, nel caso di riduzione dell’offerta (spostamento della curva verso sinistra), il prezzo di vendita sarà superiore.
Come per la domanda, anche per l’offerta vi sono diversi fattori che influenzano lo spostamento della curva verso destra o sinistra:
- variazione dei prezzi di input (la produzione di un bene – output – richiede l’impiego di fattori produttivi – input – come il lavoro, le materie prime, i macchinari. L’aumento di prezzo di uno o più di questi input comporta per il venditore un aumento dei costi di produzione, che si traduce in un aumento del prezzo di vendita. In questa situazione si avrà una riduzione dell’offerta. Viceversa, nel caso in cui i prezzi diminuiscano, si avrà una riduzione del prezzo di vendita con conseguente aumento dell’offerta);
- variazione dei prezzi di altri output (molte imprese producono diversi beni tra loro correlati. La variazione del prezzo di uno di questi può avere effetto anche sull’offerta di un altro degli altri prodotti);
- cambiamenti tecnologici (la tecnologia permette di ridurre i costi di produzione, che si traduce in uno spostamento della curva verso destra, ovvero in un aumento dell’offerta);
- aspettative dei produttori (se i produttori ritengono che il prezzo del bene da loro venduto aumenterà in futuro, saranno portati inizialmente a ridurre la produzione, per poi aumentarla quando il prezzo di vendita sarà più alto);
- variazioni del numero dei produttori (un aumento o una diminuzione del numero di produttori, porterà la curva di offerta a spostarsi verso destra – aumento offerta – o verso sinistra).
Se a variare è il prezzo del bene, infine, si verifica uno spostamento “lungo” la curva di domanda o offerta.
L’equilibrio del mercato (domanda e offerta)
Nel mondo reale, le curve di domanda e di offerta si spostano simultaneamente. Vediamo quali sono gli effetti sul prezzo e sulla quantità di equilibrio nei seguenti 4 possibili casi:
- la curva di domanda e la curva di offerta si spostano entrambe verso destra (se domanda e offerta crescono, aumenta la quantità scambiata. Gli effetti sul prezzo possono invece essere contrapposti e dipendono da quale spostamento della curva prevale);
- la curva di domanda si sposta verso destra e la curva di offerta si sposta verso sinistra (in questo caso si avrà un aumento del prezzo di equilibrio, ed un esito incerto sulla quantità scambiata);
- la curva di domanda e la curva di offerta si spostano entrambe verso sinistra (in questo caso si riduce la quantità scambiata, mentre gli effetti sul prezzo sono incerti);
- la curva di domanda si sposta verso sinistra e la curva di offerta si sposta verso destra (in questo caso si avrà una riduzione del prezzo di equilibrio, ed un esito incerto sulla quantità scambiata).
I prezzi non di equilibrio (domanda e offerta)
Consideriamo ora l’ipotesi che i prezzi siano fissati dalla Pubblica Amministrazione secondo criteri stabiliti e quindi non corrispondano ai prezzi di equilibrio. Parliamo in questo caso di “prezzi amministrati“.
In passato questo veniva fatto molto spesso per garantire a tutti l’accesso ai beni di prima necessità (pane, olio, zucchero,..), attraverso leggi che fissavano per questi prodotti un prezzo inferiore al prezzo di equilibrio.
Queste politiche di prezzo potevano però sortire un effetto opposto. Ovvero, a fronte di una offerta inferiore (se il prezzo di vendita è inferiore al prezzo di equilibrio la quantità di bene prodotta è più bassa) si aveva un eccesso di domanda e questo portava al razionamento del bene stesso. Ogni consumatore poteva acquistare un quantitativo massimo di prodotto.
Oltre all’eccesso di domanda, ci può essere un eccesso di offerta. Questo succede quando il prezzo amministrato viene fissato a un livello superiore al prezzo di equilibrio. In questo caso la quantità offerta sarà superiore a quella domandata.
Elasticità della domanda
La legge della domanda si basa sul concetto di elasticità della domanda, che misura l’intensità con cui varia la domanda rispetto alle variazioni del prezzo.
Dato che la quantità di un bene o di un servizio diminuisce all’aumentare del suo prezzo, l’elasticità della domanda ha un valore negativo.
Come calcolo l’elasticità della domanda?
L’elasticità della domanda viene calcolata come il rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo. Ad esempio se il prezzo aumento del 10% e la quantità diminuisce del 5%, l’elasticità sarà -5%/+10%=-0,5.
Perché il concetto di elasticità è importante?
Perché fornisce un’immediata informazione su quanto varia la quantità di un bene al variare del suo prezzo. Esistono infatti beni a domanda rigida o anelastica, per i quali la variazione del prezzo ha un debole impatto sulla quantità domandata. I beni di prima necessità, di cui le persone non possono farne a meno, sono un esempio di beni a domanda rigida.
Vi sono poi beni a domanda elastica, peri quali variazioni di prezzo hanno un forte impatto sulla quantità domandata (ad esempio beni di lusso).
Elasticità dell’offerta (al prezzo)
L’elasticità dell’offerta è la variazione percentuale della quantità offerta in corrispondenza della variazione percentuale del prezzo.
Elasticità Offerta = variazione percentuale della quantità offerta / variazione percentuale del prezzo
Questo rapporto, nel caso dell’offerta, è positivo in quanto la curva di offerta è crescente rispetto al prezzo.
Ad esempio, se aumenta del 10% il prezzo del grano, sarà destinata ad aumentare anche l’offerta, per esempio del 20%. In questo caso l’elasticità dell’offerta verrà calcolata come rapporto tra +20% e + 10%, ovvero 2.
L’offerta di beni è rigida o elastica se ad aumenti di prezzo segue una piccola variazione della quantità offerta, mentre parleremo di offerta elastica quando si verifica una significativa variazione della quantità offerta in seguito a variazioni del prezzo.
Nel caso dell’offerta dobbiamo considerare anche il fattore tempo. Variazioni di prezzo non sempre hanno un impatto immediato sulla variazione dell’offerta, dal momento che le imprese, molto spesso, non sono in grado di variare la capacità produttiva in breve tempo.
I prezzi e i difetti del mercato
Il mercato che abbiamo appena descritto è caratterizzato da pregi e difetti.
Pregi del mercato
- Il mercato tende a allocare le risorse in modo efficiente, poiché i prezzi riflettono la domanda e l’offerta. Le risorse vengono assegnate alle attività più desiderate e produttive.
- Capacità di generare reciproca soddisfazione attraverso lo scambio. Grazie allo scambio, il mercato migliora il benessere di tutti i partecipanti (acquirenti e venditori). L’acquirente può acquistare un bene ad un prezzo inferiore a quello di riserva ricavandone un beneficio economico (risparmio sul prezzo di acquisto), mentre il venditore vende ad un prezzo superiore al suo prezzo minimo di vendita, ricavandone un guadagno.
- Con il diffondersi dell’economia di mercato i rapporti di scambio tra consumatori e venditori si standardizzano e si trasformano in relazioni anonime e spersonalizzate (le persone all’interno del mercato non devono per forza conoscersi).
Difetti del mercato
- Il mercato non assicura l’equa distribuzione delle risorse, dal momento che non riesce ad intervenire sugli squilibri nelle condizioni di partenza. Il mercato non garantisce una distribuzione equa della ricchezza e può portare a disuguaglianze economiche significative. Il prezzo di equilibrio che si forma su un mercato non sempre è alla portata di tutti, soprattutto delle persone a basso reddito. Ad esempio il prezzo di equilibrio che si forma sul mercato del lavoro (il mercato dove si scambia il bene “forza lavoro” tra lavoratori – offerta – e imprese – domanda) non è detto che sia in grado di assicurare una vita decente al lavoratore (da qui il “salario minimo” previsto in molti paesi democratici).
- I benefici del mercato si realizzano in condizioni molto particolari. Ad esempio questo accade se tutti i venditori possono entrare liberamente nel mercato e che i compratori siano a conoscenza di tutte le informazioni rilevanti.
- Il mercato può causare un impoverimento morale della società, promuovendo l’anonimato nelle relazioni interpersonali che porterebbe all’affermazioni di valori esclusivamente individualistici.